Le figlie di Giulia

Di Massimo Battaglio

WLM

207 pagine

7/10

Consigliato: Sì

Storico

Contemporaneo

Italiano

TRAMA IN BREVE

Torino 1848, Lina è una ragazzina cresciuta in campagna che non conosce molto cose della vita ma che, ben presto, dovrà affrontare una prova difficile che le cambierà la vita totalmente.

DEDICA

A Laura M., Laura Z., Manuela, Maria, Michela, Paola, Simona, alle mie catechiste rosse, e a tutte le donne che resistono

INCIPIT

Giobatta allentò le redini e se le avvolse intorno al polso. Rilassò le spalle, abbassò la testa, si sistemò il berretto e lasciò che il barroccio andasse avanti da solo. Conosceva il suo cavallo e sapeva bene che, passato il ponte di Moncalieri, non c'era più bisogno si stargli tanto dietro.

RECENSIONE

Le figlie di Giulia è il primo libro di Massimo Battaglio che leggo, perciò non ho l'opportunità di paragonarlo con altri suoi scritti, questo lo specifico perché io, leggendolo, ho ideato qualche ipotesi, aiutandomi con la biografia dell'autore. ma non posso sapere se corrispondono totalmente a verità.

Di cosa sto parlando? Ebbene, iniziando il romanzo ci si accorge ben presto della presenza dell'autore al suo interno, non come protagonista o personaggio ma come voce narrante che non si limita a raccontare ciò che accade ma si fa spesso sentire, perdonatemi l'espressione colloquiale, salendo in cattedra e spiegandoci delle cose. Dalla prima volta in cui è successo, ho subito pensato fosse un insegnante e sono corsa a controllare la biografia che mi ha smentita, ma, mi ha anche fatto capire il perché della mia impressione. L'autore, infatti, ha scritto monografie, guide turistiche ed opere di cucina prima di questo romanzo e, grazie a ciò, ho compreso il perché della sua scelta stilistica, nonostante sia un'opera di narrativa.

Non ritengo questo particolare solo positivo o solamente negativo perché all'interno del libro l'ho trovata una presenza piacevole e divertente, nonché utile, alla Victor Hugo in Notre-Dame de Paris in alcuni punti, ma, a volte, un po' ingombrante e più adatta ad un saggio o ad una guida in altri.

Si tratta di un romanzo storico, genere che si adatta bene ad uno stile più accademico ed informativo ma che, spesso, viene scelto dai lettori per imparare o ricordare la Storia senza però accorgersene e godendosi unicamente la trama e, quindi, dipenderà dalla volontà e dalle aspettative di chi lo leggerà se questo particolare piacerà o meno.

Io, inizialmente, ne sono rimasta spiazzata, però in generale l'ho apprezzato piuttosto che il contrario. Gli interventi dell'autore possono essere divisi sommariamente in due tipologie; quelle relative alla Storia, in cui avvenimenti importanti vengono raccontati in estrema sintesi e, parti in cui il narratore ci fornisce la sua opinione riguardo a determinati temi. La prima tipologia di interventi l'ho apprezzata perché utile nel contesto ed interessante, la seconda invece, nonostante non sia sbagliata di per sé, l'ho trovata spiazzante in più occasioni perché mi dava l'impressione di non essere del tutto fusa con la trama e mi estraniava dalla storia del libro.

Da qui, l'ipotesi che probabilmente i libri non di narrativa scritti dall'autore mi sarebbero piaciuti di più perché trovo il suo stile simpatico e scorrevole ma, per i miei gusti, più adatto a scritti di diversa tipologia. Detto ciò, oltre a questo ho comunque notato una buona capacità di rendere la lettura semplice ed interessante, adatta a tutti e, anche le parti di pura narrativa sono ben scritte e ritmate. Perciò non escludo che eventuali nuovi romanzi dell'autore possano piacermi anche di più, essendo magari meno influenzati dalle opere precedenti.

Leggendo il romanzo troverete personaggi conosciuti e realmente esistiti oltre a quelli fittizi, come succede spesso nei romanzi storici. Ho apprezzato molto sia la caratterizzazione degli uni che degli altri. I personaggi già noti sono stati raccontati utilizzando nozioni conosciute riguardo alle loro vite ma poi anche personalizzati. Quelli fittizi hanno tutti una personalità particolare, alcuni probabilmente li ricorderò a lungo, come ad esempio La Vigiu, mio personaggio preferito del libro.

Sin dal primo capitolo sono entrata nella storia e avevo voglia di vedere come si sviluppasse la trama; ho letto pochi libri ambientati in questo periodo storico (Torino 1848) e mi sono ben presto affezionata a Lina e alla sua storia. Lo svolgimento ha una dicotomia, presente del resto in tutto il romanzo, che solamente in alcuni punti si riesce a fondere in un'unico concetto. Probabilmente a causa di ciò di cui vi ho parlato precedentemente, ci sono punti che sembrano trascendere dalla storia principale e che, per quanto interessanti, distolgono l'attenzione dalla trama. Sinteticamente, penso che la l'idea sia bella ma che l'autore debba lavorare un po' di più per riuscire ad armonizzare al meglio l'inserimento di informazioni storiche con la narrazione. Insomma, se gli eventi storici narrati venissero anche approfonditi ma raccontati dal punto di vista personale di uno o più personaggi, tramite i suoi pensieri, ad esempio, penso che il connubio tra queste due qualità del romanzo possa migliorare. Rimane il fatto che sia la trama che le informazione date sono logicamente correlate, semplicemente le vorrei ancora più fuse insieme. 

Una menzione speciale la voglio fare sui dialoghi, elemento che non sempre inserisco a meno che non abbia qualcosa di particolare da dire al riguardo. Quelli del libro mi sono piaciuti particolarmente grazie a quelle inflessioni, per non dire fisse, in cui normalmente le persone cadono quando si esprimono verbalmente. Ci sono degli Eh, dei Crispa e così via.. molto carino, credibile e divertente.

L'ambientazione intesa sia come periodo storico che come elemento descrittivo in sé, ricopre un ruolo importantissimo all'interno del romanzo. In un buon romanzo storico questo è fondamentale; bisogna riuscire a respirare l'aria di quel tempo, capire ragionamenti che possono sembrarci obsoleti, riuscire ad immedesimarci in personaggi che non rispecchiano il nostro modo di vivere. Massimo Battaglio è riuscito in tutto ciò molto bene e ritengo questo aspetto uno dei maggiori punti di forza del libro.

Durante la lettura è facilmente comprensibile dedurre gli stati d'animo di ogni personaggio ma ritengo che questo aspetto possa essere ancora più approfondito. Proprio grazie alla sua capacità di creare bei personaggi ai quali ci si affeziona empaticamente, sarebbe un grandissimo punto a favore per il romanzo, indugiare di più su ciò che pensano e provano rendendo così al meglio l'atmosfera di ogni scena.

Un ultima osservazione la faccio sulla struttura del libro perché ho apprezzato alcuni elementi non così scontati. All'inizio del romanzo sono presenti delle mappe della città di Torino nel 1848 in modo da permettere al lettore di seguire al meglio la narrazione e all'inizio di ogni capitolo è presente un'immagine correlata a ciò di cui si parla al suo interno. 

È un libro che consiglio perché ben studiato, utile e ritmato. Adatto sia a chi cerca uno svago sia a chi vuole imparare qualcosa di utile in uno dei periodi storici più importanti per l'Italia.

CITAZIONI

CITAZIONI DONNE

  • Le donne hanno sempre una grande abilità nel passare da un capitolo all'altro, spesso senza nemmeno un intermezzo di discorsi inutili.
  • Si rinfrancò quando tutte le donne la salutarono con le manine - in realtà erano agitate più di lei, ma le femmine sono fatte così: quando sono in gruppo, riescono a darsi forza. 

CITAZIONI VARIE

  • Per ascoltare una persona, cosa indispensabile se si è davvero intenzionati a darla aiuto, non è necessario costringerla a lunghi e faticosi racconti.
  • "Dai retta ai moderni: consegna le prigioniere alle idee illuminate dei rivoluzionari. Sottraile alla carità cristiana e affidale alle cure di insulsi funzionari stipendiati. Sarai sicuro che la legge verrà rispettata punto per punto, virgola per virgola ed errore per errore; non una minestra in meno e non una di troppo; non una punizione in più e non una perdonata. "
  • Ma la gente buona c'è in tutte le classi sociali: principi e serve, soldati e suore. Essere per bene non dipende da come si nasce; dipende dalla coscienza che ci si fa, dai sentimenti che si coltivano, dalla fatica che si accetta di affrontare nella vita.
QUARTA DI COPERTINA

Torino 1848: sullo sfondo dei moti patriottici, Massimo Battaglio disegna la vicenda di Lucia Maria, nome preso a prestito da una canzone popolare, una ragazza di campagna che fugge dalle conseguenze di un torto subito nel bosco del re. In città trova riparo e conforto presso la Marchesa di Barolo. Giulia Colbert, vedova senza prole impegnata in opere caritatevoli, amministra Le Forzate, il carcere femminile che Carlo Alberto ha affidato alle sue cure, e il Rifugio, un istituto per il recupero delle ex detenute gestito assieme alle suore di Santa Maria Maddalena. La presenza di Lucia Maria rischia di compromettere tutto, perché a corte c'è chi cerca un pretesto per tornare a metodi reazionari oppure vorrebbe carceri pubbliche, o è pieno d'invidia. Con l'aiuto degli amici Silvio Pellico, Cesare Balbo, Federigo Sclopis, don Cafasso e suor Gerbi, cerca una soluzione; Cavour è fuori città. Per caso Lucia Maria rivede Pietrino, un compagno di giochi, e solo ora si rende conto d'esserne innamorata. È emigrato a Torino e si è lasciato coinvolgere nell'avventura dell'oratorio di Don Bosco. Vittorio Emanuele è un principe indolente. Su tutti loro incombe la prima guerra d'indipendenza...

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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COMMENTI

Massimo Battaglio

20:31 - 22 dicembre 2016

Gentilissima signora di cui non conoscerò mai il nome. La ringrazio tantissimo sia per i complimenti che per le critiche - argute e puntuali. In realtà avevo anche provato a far raccontare la storia di Vittorio Emanuele alla Vigiu (che è poi quello che Lei avrebbe voluto: confessi!) ma era veramente difficile! Non sono ancora in grado di reggere certe sfide! Con molta simpatia Massimo Battaglio

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Samantha

00:05 - 23 dicembre 2016

Gentilissimo Massimo,il mio nome è Samantha prima di tutto! La ringrazio per il suo commento, ebbene sì lo ammetto! Se la Vigiu avesse raccontato direttamente quella parte l'avrei amata anche di più ma ho apprezzato molto anche la sua ammissione all'interno del libro di non riuscire a stare dietro a tutti i suoi Crispa! Sono molto curiosa di leggere altro di suo, e ricambio la simpatia!Samantha

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Filippo

10:04 - 19 gennaio 2017

Grande Massimo. Davvero un bel libro. Ci conosciamo da anni e aver letto questa tua opera è stata una bella esperienza. Fluido nello stile, piacevole nello svolgersi della storia. E quando si arriva al finale (che di primo acchito potrebbe apparire accelerato e frettoloso) si comprende tutta la delicatezza e l'abilità con cui hai affrontato questo lavoro, rinunciando alle facili emozioni e puntando su un'essenzialità che lascia al lettore il compito di dare il giusto senso alle vicende narrate. Al centro del libro c'è Lina e la sua storia. Tuttavia considerarla "LA" protagonista del libro sarebbe riduttivo della sua ricchezza. Sì, perché sebbene la sua vicenda sia (come logico) costantemente sullo sfondo, questo libro è di più: - riflessioni storiche e sociali sul periodo Sabaudo che si incastonano perfettamente nello svolgersi dei capitoli; - un affresco sulla religiosità dei Santi Sociali torinesi, da Cafasso a Bosco; - spunti e cenni sui protagonisti politici e sociali del periodo dei moti rivoluzionari. Tutto dimostra il grande lavoro di studio delle fonti che hai compiuto. Ed anche in quei casi in cui non mi sono ritrovato d'accordo con alcune interpretazioni (le ritengo tali, ma magari sono frutto di quelle fonti di cui accennavo sopra), ho vissuto questi stridi come altrettanti "interrogativi" sui quali mettersi in discussione e mai con fastidio. Ci conosciamo da troppi anni perché tu non mi conceda anche di muovere un piccolissimo appunto. A mio personale gusto, ho trovato meno sviluppata l'analisi introspettiva e psicologica di Lina; soprattutto se comparata con la trattazione di altri personaggi tipo Giulia o lo stesso don Cafasso... Intendiamoci: non è che non ci sia. Visto il suo ruolo, forse, mi sarei aspettato qualche riflessione in più. Talvolta ho avuto la sensazione che il personaggio sia restato (volutamente?) nascosto e in ombra. Come vedi, poca cosa questo appunto. Sono stato davvero soddisfatto di questa lettura nel periodo natalizio: una piacevolissima sorpresa che consiglierei di sperimentare a tutti.

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